lunedì 7 dicembre 2009

Gli attori del Centro Diurno Psichatrico in scena

"Vita di Quartiere"

spettacolo del Centro Diurno Psichiatrico

della Asl di Lanciano/Vasto

mercoledì 9 dicembre ore 10.30
Teatro Tosti di Ortona (Ch)


Il teatro ha molte anime, una di queste è quella terapeutica. Attraverso la sua opera le persone esprimono le loro emozioni, gli stati d'animo, i desideri più nascosti. L’incontro con i ragazzi del Centro Diurno di Lanciano e con i loro operatori è stata un’esperienza forte, soprattutto emozionante nella quale ciascuno ha potuto riconoscere una propria, personale “originalità” senza diventare affermazione di chi ha di più, di chi può di più, di chi ha il potere di definire 1'altro, ma è, al contrario, l’espressione della ricchezza creativa di ciascuno. Infatti è stata proprio la dimensione creativa, poetica del laboratorio teatrale che ha facilitato agli attori del Centro la scoperta delle proprie possibilità, di risorse che non si conoscevano o non avevano avuto precedentemente occasione di emergere. E’ stata soprattutto una ricerca piacevole di soluzioni nuove con la possibilità di andare di là dal convenzionale, del già dato, del già conosciuto per scoprire modi diversi, più dinamici di esprimersi, di relazionarsi, di accompagnarsi... di integrarsi. Chi sa esprimersi non ha paure nè angosce; in questo consiste il significato di liberazione che il fare teatro ha saputo offrire ai partecipanti del laboratorio teatrale. In questo modo l’attività espressiva si rivela progetto riabilitativo, educativo, integratore nell'ambito della cultura della diversità verso la cittadinanza e gli spettatori che assistono. Lasciando aperta sempre una riflessione... per maggiori e più sensibili consapevolezze.


L'ingresso allo spettacolo è libero

mercoledì 2 dicembre 2009

Marinando 2010

Al via la XV edizione di Marinando

Giunge alla XV edizione Marinando, la storica campagna promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per sensibilizzare gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di tutta Italia sull’importanza del mare e delle sue risorse, sulla cultura e le attività tradizionali legate all’ambiente marino.


La campagna si rivolge alle scuole con il concorso “Video Marinando” con la realizzazione di uno spot e il concorso “Il pescatore in teatro” con l’elaborazione di un soggetto teatrale originale e inedito.


Tra le rassegne di teatro scuola più rappresentative del panorama nazionale e internazionale, grazie anche all’unicità del tema affrontato, Marinando, con il concorso “Il pescatore in teatro”, realizzato in collaborazione con l’Associazione AGITA, utilizza il laboratorio teatrale come importante strumento formativo e di conoscenza per portare il mare in classe. Attraverso un percorso creativo gli studenti, guidati dai docenti, potranno infatti approfondire i temi propri del mare: le sue risorse, i miti e la storia, la pesca e le tradizioni, imparando a conoscere il Mediterraneo, bacino millenario di incontro e dialogo tra le culture.


Dal 2005, inoltre, Marinando ospita nell’ambito del Festival Teatrale, che anche quest’anno si svolgerà a settembre, quattro scuole fuori concorso provenienti da Paesi del bacino del Mediterraneo che, con le 23 Nazioni che vi si affacciano, rappresenta un microcosmo unico di valori e tradizioni condivisi, dove la pesca non è solo fonte di sostentamento ma è parte integrante della cultura e della memoria.


Per scaricare il Bando di partecipazione

e altre informazioni:

www.marinando.info

martedì 1 dicembre 2009

Un incontro dedicato al diritto al lavoro

tra memoria e contemporaneità

Martedì 1 dicembre ore 17.00

Università “G. d’Annunzio” - Chieti

Aula 1 - Polo Didattico / Facoltà di Lettere e Filosofia

martedì 17 novembre 2009

I laboratori per Fare Teatro al Teatro del Krak


Fare Teatro

laboratori e workshop al Teatro del Krak


Sono aperte le iscrizioni ai laboratori teatrali che il Teatro del Krak propone a tutti gli appassionati del teatro che vogliano acquisire specifiche capacità tecniche, ma anche ai soli curiosi che abbiano voglia di sperimentarsi e mettersi in gioco attraverso il linguaggio e l’espressione teatrale. I percorsi laboratoriali sono adeguati ai livelli di partenza e articolati nelle classiche tappe del "cursus" dell'attore: dalle tecniche di base allo sviluppo delle potenzialità espressive e creative del corpo e della voce, al fine di realizzare una performance teatrale. A completare i percorsi teatrali sono previsti workshop di approfondimento sull’uso di: voce, movimento scenico, canto, costruzione dell’azione e narrazione. Al termine del percorso sarà rilasciato agli iscritti un attestato di partecipazione.


i laboratori


bambini (età 8/10 anni)

Giochiamo a Teatro!

laboratorio condotto da Barbara Nervegna


Contenuti

Il laboratorio teatrale per i bambini propone il fare teatro come momento ludico nel quale sentirsi liberi di aprire la propria espressività e creatività in un clima di divertente collaborazione.


Processo

Voce, gesto, movimento, esercizi relazionali e sviluppo di quelle abilità che fanno riferimento alla creatività e alle capacità di improvvisazione.


Durata

Sedici incontri settimanali di un'ora e trenta minuti ciascuno dal mese di dicembre al mese di aprile.


Costo: quattro incontri euro 35,00


adolescenti (età 11/13 anni)

Teatrando

laboratorio condotto da Annamaria Talone


Il laboratorio teatrale per gli adolescenti propone un percorso fatto di corporeità, immaginazione e capacità fabulativa che ha nella centralità espressiva del ragazzo e del gruppo il suo tema principale.


Processo

Sviluppo delle tecniche espressive e della drammatizzazione; presa di coscienza del proprio corpo; manifestazione dell'espressività attraverso il gesto, la voce, i suoni, i colori, il racconto, il movimento; elaborazione di una semplice scrittura scenica con drammatizzazione per lo spettacolo finale.


Durata

Sedici incontri settimanali di un'ora e trenta minuti ciascuno dal mese di dicembre al mese di aprile.


Costo: quattro incontri euro 35,00


giovani e adulti

La scena creativa

laboratorio condotto da Antonio Tucci


Percorso pratico rivolto a chi ha nel teatro l’occasione di dar voce alla propria creatività, ai propri vissuti, ai propri interessi e bisogni sperimentandosi sull’espressione e la creazione drammaturgica.


Processo

- Attività preliminare riguardante i prerequisiti dell'attore: coscienza della posizione del corpo nello spazio; tecniche di rilassamento, esercizi respiratori; emissione vocale e corretta pronuncia dei suoni della lingua; esercizi e giochi relazionali; sviluppo delle capacità di improvvisazione e tecniche di costruzione dell'azione.

- Progettazione del lavoro teatrale: studio di un testo drammaturgico;

- Preparazione: "fisicizzare" quanto implica e dispone il progetto (oggetti, luci, effetti, scene, costumi, personaggi, musiche);

- Esecuzione: lavoro paziente di ripetereper correggere la pronuncia, sistemare le posizioni, calcolare i movimenti, riunire ed armonizzare i contributi di tutti rafforzare ed interiorizzare le conoscenze;

- Liberazione: i partecipanti, nel fare, partecipano e "vivono" il lavoro teatrale, assumono consapevolezza del proprio essere distinto dagli altri, la coscienza dei propri ritmi diversi, ma armonizzabili con quelli degli altri; affermano se stessi ed accettano il proprio gruppo. E' questo il momento conclusivo che si concretizza nella rappresentazione.


Durata

Sedici incontri settimanali di un'ora e trenta minuti ciascuno dal mese di dicembre al mese di aprile.


Costo: quattro incontri euro 40,00


I laboratori si concluderanno con la messa in scena di uno spettacolo

sintesi del percorso svolto al Teatro Tosti di Ortona nel mese di aprile.


Alla conclusione dei laboratori

sarà rilasciato un attestato di partecipazione.



workshop di approfondimento


A completamento del laboratorio La scena creativa sono previsti dei workshop di approfondimento per giovani adulti che hanno l'obiettivo di fare esperienza rispetto ad una specifica abilità o tecnica del linguaggio teatrale. L'attenzione, dunque, è quasi tutta rivolta sull'aspetto pratico, sul fare.


La voce delle parole

condotto da Lorenza Sorino – attrice

Le parole suscitano in chi le dice emozioni diverse da persona a persona, ma non sempre siamo in grado di restituire agli altri ciò che sentiamo dentro di noi. Questo laboratorio ha come scopo quello di far conoscere, a chi ne ha voglia o ne sente la necessita, il proprio "strumento voce", così da poter acquisire una maggiore consapevolezza del sé, accrescere le proprie capacità di ascolto, migliorare la percezione dei significati non espressi celati dietro le parole.


Il corpo creativo

condotto da Claudia Di Domenica e Elena Mastracci – attrici

Il workshop è un momento di incontro vivo attraverso esercizi che fanno parte del bagaglio tecnico-artistico degli attori, per comprendere in pratica alcune delle tecniche teatrali in cui il corpo e la voce sono protagonisti e strumenti. Si punta l’attenzione al processo creativo ed ai “principi” che sono alla base di alcune metodologie teatrali che servono per raggiungere tale processo. Il lavoro è organizzato in differenti fasi inerenti alla dinamica del corpo e della voce.


Cantare in scena

condotto da Lara Molino – cantautrice

Workshop dedicato al canto e alla vocalità scenica che ha come temi di lavoro: il canto come comunicazione; la respirazione diaframmatica, la laringe, l’apparato di fonazione; gli esercizi per il riscaldamento della voce e per il defaticamento; l’intonazione; l’interpretazione.


Dalla parola al gesto

condotto da Anna Maria Talone – regista

A partire dall’immagine poetica il laboratorio guida gli allievi a creare delle improvvisazioni individuali e collettive. L’esperienza della ‘creazione collettiva’ in un viaggio che collega il teatro all’alterità.


Narrazione

condotto Antonio Tucci - regista e autore

Proposta formativa sulla narrazione rappresentata attraverso un intreccio organizzato di metodi, attività e produzioni. Acquisire così una pratica creativa per elaborare narrazioni qualitative e tradurle in forma rappresentativa, utilizzando le tecniche e le abilità del linguaggio teatrale.


Durata di un singolo workshop:

tre incontri di quattro ore ciascuno in date da stabilirsi.


Costo di un singolo workshop: euro 75,00


I workshop sono aperti anche ai non partecipanti

al laboratorio La Scena Creativa


Ai laboratori e ai workshop potranno partecipare non più di dieci iscritti

e saranno avviati solo con il raggiungimento di tale numero.


iscrizioni

venerdì 27 novembre ore 18.00

presso la sede del Teatro del Krak

corso Matteotti, 106 - Ortona


per contatti: 338/3359096 - info@teatrodelkrak.it

Teatro all'Università


mercoledì 25 novembre ore 21.00
Auditorium del Rettorato
Università “G. d’Annunzio” - Chieti

Metamorfosi: il sogno e la prova
spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale
sulle forme e i contenuti dell'opera shakesperiana

Con lo spettacolo dal titolo Metamorfosi: il sogno e la prova, si conclude il percorso laboratoriale sulle forme e i contenuti dell´opera shakesperiana che ha visto coinvolti gli studenti di Lettere e Filosofia della d'Annunzio, diretti dal regista Antonio Tucci del Teatro del Krak in collaborazione con il professore Giulio Lucchetta della cattedra di Estetica. Si tratta di un lavoro che ha avuto l'obiettivo di riscoprire un'opera celeberrima, come "Sogno di una notte di mezz'estate" negli aspetti performativi originali, che hanno permesso di disvelare un'ulteriore chiave di lettura della vicenda. Chi l'ha già vista rappresentare in prova generale nel luglio scorso, al teatro comunale di Orsogna, ne è rimasto piacevolmente colpito. Una paziente attività di riscrittura teatrale, unita ad una sapiente orchestrazione di azione e presenza scenica, monologo e coralità, hanno consentito agli studenti di riappropriarsi di un testo quanto mai attuale. L'ingresso allo spettacolo è gratuito. Per informazioni: 338/3359096

sabato 7 novembre 2009

Teatro del Krak / Laboratorio


Scrivere per la Scena

Laboratorio di Scrittura Teatrale

destinato ad insegnanti, educatori ed operatori teatrali nella scuola

condotto da Antonio Tucci / Teatro del Krak


Fiumicello (Udine)

dal 12 al 14 novembre



Nel narratore anche ciò che ha appreso

per sentito dire si assimila a ciò che è più suo.

Il suo talento è la sua vita;

la sua dignità quella di saperla narrare fino in fondo.

(W. Benjamin)


Contenuti del Laboratorio


Esiste una differenza metodologica tra lo scrivere letterario e lo scrivere per il teatro. Mentre la scrittura letteraria lavora in gran parte "in solitudine", la scrittura per la scena opera “sulla pelle nuda degli attori”. Ci troviamo davanti ad un’operazione intellettuale e creativa che struttura la scrittura a partire dagli attori che devono incarnarla, dalle ambientazioni e dallo scenario del testo. La scrittura scenica, pertanto, non può essere concepito in una dimensione rigorosamente letteraria ma si tratta di una scrittura elaborata per una rappresentazione specifica e si modella su persone e ambientazioni definite. Ciò avviene anche nel campo del teatro in educazione, dove esiste un rapporto diretto tra l’insegnante e l’alunno. Si è rilevato che il teatro racchiude in sè una grande ricchezza formativa, tanto che il suo modello interessa in maniera sempre più marcata l'istituzione scolastica. Per capire il valore dello strumento scenico in ambito educativo, occorre mettere in rilievo che il teatro nelle scuole non è un “veder fare”, ma è un agire in prima persona. Il teatro, nelle sue componenti creative come la creazione drammaturgica, può fornire alla scuola e agli insegnanti un prezioso strumento per rinnovarsi. Può far presa sui giovani con un coinvolgimento culturale che è anche fisico e perciò mai passivo, in un rapporto sempre nuovo perchè mai ripetibile, sia quando è fruizione di uno spettacolo, sia quando è partecipazione attiva alla realizzazione di esso. Il teatro, che per sua natura utilizza tutti i linguaggi, è un’esperienza comunicativa totalizzante che, proposta ai ragazzi, proprio per le sue capacità contribuisce allo sviluppo della creatività, ma anche quello cognitivo. L’invenzione drammaturgica, nel teatro della scuola, si basa su un iter preciso attraverso cui l’opera testuale prende vita: il lavoro di ricerca conoscitiva e di studio delle situazioni, l’ispirazione, la stesura del testo, gli adeguamenti del testo durante la sua messa in scena.



Obiettivi del Laboratorio


Il Laboratorio si propone di fornire agli insegnanti strumenti di competenza professionale, capaci di facilitare il rapporto con le diverse componenti della scena e favorire l’inserimento dei saperi e delle pratiche nell’universo del lavoro creativo. Inoltre l’uso delle tecniche di racconto orale e di narrazione scenica consentiranno di approfondire i diversi aspetti della drammaturgia.



Il Laboratorio si articola in tre sezioni:


- un breve percorso sulla scrittura, quale indispensabile premessa per comprendere le prerogative della parola teatrale;

- l’adattamento per il palcoscenico di fiabe e piccole storie e le tecniche della messa in scena di un testo;

- le narrazioni personali e narrazioni collettive: raccontare sulla scena



Argomenti e pratiche:


- gli attrezzi del narratore – modi, esercizi e tecniche per inventare storie per la scena:

come sono fatte le storie, smontare e rimontare una storia, inventare una storia.

Esercitazioni pratiche.


- la grammatica drammaturgica:

il monologo, l' arte del dialogo, il punto di vista dei personaggi, il nucleo drammatico,

i fondamenti del racconto e dello stile, le modalità organizzative di un copione.

Esercitazioni pratiche.


l’esperienza del raccontare in scena:

personaggi, ambienti, azioni; il patto comunicativo; tempo e spazio; la “voce”; stile e linguaggio;

il punto di vista, distanza ed immedesimazione.

Esercitazioni pratiche.



Tempi


Quattro incontri della durata di 4 ore ciascuno per complessive sedici ore.



Numero dei partecipanti al Laboratorio


Potranno partecipare al Laboratorio non più di venti insegnanti.

E’ prevista la possibilità di assistere al laboratorio come uditori.



Conduzione del Laboratorio


Il corso sarà condotto da Antonio Tucci, regista e autore teatrale.



info: 338/3359096

www.teatrodelkrak.it

giovedì 29 ottobre 2009

Giornate sul Teatro della Scuola organizzate da Agita


Manifestazione nazionale, promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal Ministero dei Beni Culturali, dal Centro Teatro Educazione dell’Ente Teatrale Italiano e da Agita, associazione per la promozione del teatro nella scuola e nel sociale, “Palcoscenico del Teatro della Scuola” vuole mettere in risalto la peculiarità dei linguaggi teatrali ed espressivi in ambito educativo.


Non una rassegna di spettacoli quanto un progetto culturale ed artistico, oltre che formativo, attento alle linee di tendenza del teatro della scuola oggi e alle visioni dei giovani protagonisti rispetto a temi, problemi, conoscenze. Gli spettacoli offriranno esempi di percorsi, realizzati nel corso del passato anno scolastico, quali: teatro e scienza, teatro e musica, teatro e danza, teatro e lingua straniera, teatro-scuola e territorio. Tra le tematiche di maggior rilievo, l’intercultura, il bullismo, l’ambiente. Accanto agli spettacoli, altri eventi, incontri, momenti di studio, doni e sorprese teatrali… caratterizzeranno la settimana.


“Palcoscenico” è una grande opportunità d’incontro intergenerazionale, di formazione per gli studenti ospiti – dalla scuola dell’infanzia alle superiori - , di confronto su pratiche e metodologie, di aggiornamento per docenti, operatori teatrali, studiosi nazionali ed internazionali e quanti interessati. Nel nostro paese, l’impostazione pedagogica alla base del teatro della scuola intreccia il fare teatro col vederlo, tanto che le pratiche e le esperienze hanno imboccato da tempo una strada ben diversa, e ben lontana, dalla tradizionale recita d’occasione o del saggio di fine anno, sviluppando forme espressive proprie e affrontando tematiche originali.


info: www.agitateatro.it

giovedì 15 ottobre 2009

Articolo su "Il lavoro che resta" pubblicato da Abruzzo e Sabina - Agosto 2009


Il lavoro di ieri, il lavoro di oggi

nell’ultimo spettacolo teatrale di Antonio G.Tucci


Va in scena lunedì 6 luglio alle ore 21, presso il Teatro Supercinema di Chieti con ingresso gratuito, lo spettacolo teatrale “Il lavoro che resta”, scritto e diretto da Antonio G. Tucci, in occasione dei 90 anni della Camera del Lavoro. Trattasi di una coproduzione tra Assessorato alla Cultura della Provincia di Chieti e i comuni di Lentella, Cupello e San Salvo, frutto di un incontro tra un gruppo di attori con gli anziani, gli operai, i precari del basso vastese. L'obiettivo è quello di mostrare come il lavoro, sia nelle modalità che nelle condizioni operative sia cambiato nel corso di mezzo secolo : da bracciantile ad operaio e adesso ad interinale.

Il basso vastese più di ogni altro, nella nostra regione, è stato protagonista dei mutamenti delle condizioni di lavoro e di conseguenza della società in Italia, non solo perché prescelto dalla nota casa automobilistica torinese come sede di uno dei più grandi stabilimenti del centro-sud, ma anche perché ricco di metano, materia prima che ha rivoluzionato il nostro fabbisogno energetico degli ultimi anni. Questi fattori di sviluppo hanno contribuito a far uscire la popolazione da uno stato di miseria e di diritti negati, emancipandola e rendendola consapevole della propria dignità. Il miracolo degli anni '60 ha l'aspetto di un angelo per i contadini di Lentella. Prima si erano susseguite emigrazioni, lotte, persino sfociate nel sangue, perché i braccianti del dopoguerra non avevano più la forza di sottomettersi.

Le loro storie raccontate da questo spettacolo, ci testimoniano un passato non tanto lontano da noi, ma tale da risultarci assurdo per le ingiuste e disumane condizioni in cui versava la maggior parte della popolazione, alla mercé di pochi padroni. Oggi, ci sembra impossibile che si “faticasse” dall'alba al tramonto senza la minima tutela sociale.

Colpevole della nostra ignoranza sui fatti recenti è senza dubbio la programmazione scolastica che, sebbene una recente revisione l'abbia estesa fino alla II guerra mondiale, traguardo peraltro ambizioso, tace completamente il periodo delle lotte civili degli anni '50 e '60, ingenerando, soprattutto nei giovani, l'idea che l'orario di lavoro di otto ore o il diritto di sciopero, siano ascritti tra i diritti inalienabili dell'uomo e non frutto di una conquista costata cara.

Da ciò deriva la gran confusione che regna al giorno d'oggi nel mondo del lavoro e che “Il lavoro che resta” ne offre un assaggio alla fine, quando il racconto viene affidato ai giovani precari, immersi in un'attualità incerta, che non li porta ad identificarsi in nessun ruolo particolare.

Nel complesso, però, l'opera non è pervasa da pessimismo e disperazione, anzi, l'autore cerca comunque di tracciare un percorso di fiducia nel futuro, attraverso una poetica della leggerezza tale da offrire allo spettatore “un'operetta magica e popolare”, accompagnata dai canti della più genuina tradizione popolare abruzzese.

Uno spettacolo corale e intimo nello stesso tempo, dunque, che soddisferà dallo spettatore più esigente, per la resa simbolica di alcune immagini, a quello più spensierato, per una serie di trovate fantastiche e ironiche, sempre sapientemente ritmate, di cui è costellato.

Uno spettacolo “impegnato” che invita tutti a riflettere sul presente del nostro Paese.

Paola Paolucci

sabato 19 settembre 2009

La XIV Edizione di Marinando

Marinando

il teatro degli adolescenti fatto di mare

Dal 6 al 12 settembre, oltre 500 studenti delle scuole medie d’Italia, insieme agli studenti di Libia, Tunisia e Portogallo, sono stati ospiti della “città bianca” di Ostuni dove hanno vissuto una settimana di confronti, incontri, escursioni e spettacoli intorno al tema mare. Un reale esempio di confronto e integrazione tra le culture che convivono sulle coste sul Mediterraneo.

Il Festival di Marinando non è solo una vetrina di spettacoli ma propone un programma fitto e intenso di incontri, laboratori e spettacoli che affrontano i temi legati alla cultura e le tradizioni del mare e della pesca. Fin dall’inizio, recependo le richieste e i suggerimenti delle scuole, si è sentita l’esigenza di offrire uno spazio di riflessione nel quale studenti, insegnanti ed operatori potessero discutere con esperti del teatro lo spettacolo rappresentato durante il Festival. Un’occasione di crescita chiamato “Chiacchiere e caffè” che costituisce, ormai, un momento prezioso di educazione alla teatralità all’interno di Marinando. Approfittando poi della presenza contemporanea di dieci scuole provenienti da diverse regioni italiane si è pensato di affiancare, alle iniziative legate alla campagna di sensibilizzazione alla pesca e ai suoi prodotti, un laboratorio teatrale che coinvolgesse gli studenti di Marinando. Ecco, quindi, “Cantieri di mare”, laboratori condotti da operatori teatrali finalizzati alla messa in scena di uno spettacolo corale rappresentato durante la serata finale del Festival nel quale i ragazzi hanno avuto l’opportunità di lavorare insieme condividendo i diversi percorsi teatrali. Anche gli insegnanti, con il “laboratorio di pedagogia teatrale”, hanno avuto la possibilità di sperimentare il fare teatro in termini di formazione ai linguaggi espressivi. Altra tappa importante per la crescita di Marinando è stata, senza dubbio, la partecipazione delle scuole dei paesi del Mediterraneo al Festival, che ha risposto così all’esigenza di generare ancora di più occasioni scambio, di arricchimento e di conoscenza fra culture di paesi diversi ma uniti dallo stesso mare. Infine l’ultima innovazione che ha avuto battesimo in questa edizione Festival: l’”Osservatorio Critico” con una pagina web che ha seguito, giorno per giorno, gli spettacoli e le attività in corso. Marinando è diventato, dunque, qualcosa di più di un Festival, presentandosi come luogo di eccellenza di socialità e cultura tra le giovani generazioni del Mediterraneo e gran parte del merito va attribuito all’Agita, l’associazione nazionale di promozione del teatro nella scuola che sostiene Marinando con la sua capacità progettuale ed organizzativa e con l’opera dei suoi esperti ed operatori teatrali.

Lo spettacolo vincitore del Festival, messo in scena dagli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “G. Padalino” di Fano (PU), con “Caro ... Mare” ha sottolineato la necessità di una maggiore conoscenza delle leggi e della tutela di un patrimonio comune come le risorse marine ed esprime la consapevolezza che solo il rispetto delle regole e dei diritti di tutti garantiranno un futuro migliore al nostro mare.

A Marinando ragazzi ed insegnanti provenienti da dieci scuole di tutte le regioni italiane e da scuole dei paesi del Mediterraneo hanno avuto la straordinaria possibilità di trascorrere insieme una settimana ad Ostuni per conoscersi, scambiare idee, stringere rapporti, iniziare collaborazioni. Ma è anche la sua natura internazionale che fa di Marinando l’occasione per aprire nuovi momenti di confronto e di dialogo tra storie e culture differenti consentendo a ragazzi di lingue e tradizioni diverse di fruire della naturale opportunità di espandere i propri confini di conoscenza, arricchendosi di originali e profonde esperienze. Una settimana intensa fatta di numerose attività: da quelle legate alla conoscenza del mare e delle sue risorse come, per esempio, l’incontro con i pescatori o la visita alla riserva marina di Torre Guaceto a quelle più propriamente espressive come i laboratori teatrali. Infine, ogni sera, ci si ritrova tutti a teatro per rappresentare il proprio spettacolo oppure assistere a quello degli altri, essendo di volta in volta attori e spettatori, consapevoli che la nostra vera identità è anche quella collettiva. La peculiarità di Marinando è quella di essere un moltiplicatore di esperienze e opportunità, una sorta di cantiere nel quale studenti di differenti provenienze hanno la possibilità di mescolare, stimolare e sfidare le diverse storie e culture. Un laboratorio, un luogo nello stesso tempo “protetto” e “aperto” per sperimentare linguaggi, condividere esperienze e giungere alla sintesi espressiva di un comune patrimonio.

Marinando è una campagna rivolta agli alunni ed insegnanti delle Scuole Secondarie di Primo Grado italiane per far conoscere l’importanza dell’ambiente marino, della pesca e dei suoi prodotti svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione e promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Info: www.marinando.info

mercoledì 19 agosto 2009

Un contributo sullo spettacolo: "Vita di quartiere", realizzato con gli utenti del Centro Diurno Psichiatrico della Asl di Lanciano


Il distillatore teatrale


Tra le rappresentazioni di grande professionalità e bravura ospitate dal Teatro Marrucino e i bagliori di estro e improvvisazione del Teatro di Strada (che speriamo di vedere anche quest'anno in una nuova edizione del Busker Festival) ci sono spazi intermedi per forme artistiche nuove ed interessanti.

La vita di quartiere rappresentata nello spettacolo di lunedì in piazzetta Vico di Chieti non era un dramma o una commedia. Era molto di meno e molto di più. Non c'erano gli attori professionisti capaci di annullarsi nel personaggio. C'erano persone vere che proponevano storie vere. Persone con tratti particolari e segni di storie difficili. La fatica della loro recitazione mostrava slanci e disagi autentici che le relazioni quotidiane obbligano normalmente a celare. Se nel teatro tradizionale è l'attore che dà vita al personaggio, qui c'erano personaggi che offrivano un affaccio alla personalità degli attori.

Il teatro di Antonio Tucci non nasce dalla fantasia di un autore, ma prende spunto dalle vicende vissute di persone comuni. Fatti normali rimasti nella memoria di qualcuno per qualche insondabile ragione. Però i racconti non sono portati sulla scena come interviste, non c'è una ricostruzione storica o giornalistica dei fatti. C'è solo il teatro che agisce, nella sua essenzialità, come un distillatore: i fatti già stagionati nella memoria e semplificati dal racconto vengono ulteriormente ridotti e stilizzati nella rappresentazione che travisa le vicende reali e nello stesso tempo le esalta. I frammenti di memoria escono così dall'intimità personale e diventano vissuto comune guadagnandosi anche la dignità del palcoscenico. La vicenda privata si pone al centro della pubblica piazza. Si fa storia e identità collettiva.

Il teatro, per chi lo ama, è sempre uno specchio magico interposto tra attori e spettatori. Da una parte ci sono gli spettatori che si specchiano in pezzi di vita altrui variamente deformati sulla scena, dall'altra l'attore contempla nella propria recitazione pezzi deformati di se stesso come in uno specchio dell'anima. Il teatro di Antonio Tucci è questo, ma è anche uno specchio che crea uno scambio tra pubblico e privato. Mostra la valenza collettiva delle vicende individuali e la valenza pubblica ed identitaria delle relazioni che si instaurano nella vita di quartiere.

pubblicato da http://chieti.blogspot.com il 1 luglio 2009

Hanno scritto su "inQuiete, le parole"


Terre di Teatri 2008:
Teatro del Krak - "inQuiete, le parole"

Terre di Teatri è un festival teatrale e musicale organizzato dal collettivo terrateatro della provincia di Teramo. Gli spettacoli si sono svolti a Giulianova, ne ho visti un paio e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla rappresentazione "inQuiete le parole" del Teatro del Krak basato sugli scritti di Annemarie Schwarzenbach. Non conoscevo questa scrittrice svizzera che nei suoi diari riportava il suo disagio interiore e il male di un mondo che era prossimo alla rovina, con i nazisti che bruciavano i libri e la Seconda Guerra Mondiale che incombeva minacciosa sull'Europa.

Viaggiava Annemarie: Russia, America, Estremo Oriente...un po' per fuggire dai nazisti che erano ascesi al potere, un po' per trovare un luogo ideale in cui fossero stati sanati i conflitti tra le persone: non era la Russia comunista né in America ella riusci a trovare ciò che cercava.

Lei ci credeva, noi oggi sappiamo che le persone smettono di odiarsi solo dopo morte.

Allo spettacolo, in una sceneggiatura minimale, vi erano tre donne a rappresentare tre diversi aspetti di Annemarie: la bambina, il fanciullo che dentro ognuno di noi guarda a quello che ci succede sempre con gli stessi occhi ingenui e più di mille parole valgano questi versi di Patrizia Valduga:

Lo vedi bene cosa mi fa il tempo:

mi manda alla rovina, mi assassina...

però in me sento sempre, nottetempo,

un'anima bambina, adamantina;

Poi c'era Annemarie adulta che viveva, sperava e si disperava, si lanciava sulla bici, con le braccia a croce, nella vita futura. Infine l'ultimo personaggio era Annemarie adulta che tentava di razionalizzare tutti gli avvenimenti della sua vita scrivendo i suoi diari. Uno spettacolo meraviglioso.

Nel finale Annemarie bambina prende i diari e li legge per la prima volta, come se non li avesse scritti lei; ed è così: nella poesia precedente, l'aggettivo "adamantina" lo intendo come un'intaccabilità del fanciullo interiore: egli partecipa alla nostra vita, a volte ci consiglia, ma resta sempre puro, ogni mattina si è scordato di tutto il male che ha vissuto ed è pronto a ricominciare daccapo. Proprio come il diamente è la parte più pura e resistente di noi stessi.

Concludo questo discorso con il finale di Otto 1/2 di Fellini, dove alla fine resta solo il bambino, vestito di bianco, a suonare da solo.

pubblicato da http://ilcantodelrospo.blogspot.com il 24 dicembre 2008