sabato 28 marzo 2009

Respiri di Scena

27 marzo ore 21.15
Teatro "F.P. Tosti" - Ortona (CH)
Adarte - Mestre (Ve)

Linetti Show
di e con Linetti

Il meglio di Linetti, una brillante rappresentazione di Teatro Comico, dove si mette a fuoco i ritmi e le dinamiche della nostra quotidianità, i vari tic, le paure e specialmente la nostra voglia di sognare restando seduti comodamente in poltrona.
Questo irresistibile clown ci riporta la gioia del teatro comico non fatto di battutine e gag, come oggi va di moda, ma bensì ad una comicità all’acido solforico, sempre attento ai cambiamenti e alle evoluzioni del nostro modo di comunicare. Sostenuto da una colonna sonora incalzante e da un linguaggio internazionale, fatto di vera comicità demenziale, di situazioni che evidenziano le nostre tendenze, il modo con cui comunichiamo, le manie che ci attanagliano nella quotidiana esistenza, senza porre limite al paradosso dell’immaginario collettivo.
“ Linetti Show “ uno spettacolo da mangiare, da consumare tutto di un fiato, un esilarante rincorrersi di situazioni, di colpi di scena e specialmente uno specchio dove almeno per una volta ci rispecchiamo.

Linetti comico camaleonte dell’imprevedibile, giocoliere tra realtà e finzione per una comicità all’acido solforico, definito il Buster Keaton dei tempi moderni.
Nasce artisticamente nel 1980 come mimo e fonda il duo comico "Nasopù" (sino al 1987). Studia dizione con l’attore Andrea Miani, nel 1983 si trasferisce a Parigi, dove apprende l'arte dell'espressione corporea e le tecniche del teatro circense collaborando attivamente con Leo Bassi. Per quattro anni capo animatore in villagi turistici italiani. Dal 1992 al 1993 attore con la compagnia Tender (Olanda). Partecipa a varie edizioni del Carnevale di Venezia. Nel 1996 nasce Linetti One Man Show con lo spettacolo "Barbecue".

Biglietto unico € 5,00

info e prenotazioni: 348/8331636

sabato 21 marzo 2009

Respiri di Scena

27 marzo ore 21.15 
Teatro "F.P. Tosti" - Ortona (CH)
Compagnia La Luna Nel Letto – Ruvo di Puglia (Fg)

Rita


di e con Raffaella Tiziana Giancipoli
disegno luci di Tea Primiterra
Finalista Premio Scenario 2007

Bianco e nero. Come una fotografia di altri tempi, come un segno lasciato dall'inchiostro sul foglio. Come stralci di luce ed ombra che Rita attraversa sulla scena.
Rita non ha più sedici anni quando si ritrova, per la prima volta, a parlare di sé.
Per raccontare la sua vita, Rita parte proprio da quei sedici anni rubati al ricordo che non si è permessa mai. Ci sono storie che è meglio dimenticare, fatti che non bisogna mai pronunciare.
Rita lo fa, per lunghi anni seppellisce la sua adolescenza. Seppellisce i ricordi belli accanto a quelli più tristi.
Poi un giorno il passato bussa alla porta e senza aspettare d'essere invitato invade il presente. Viene a presentarle il conto.
E questa volta Rita non chiude le porte, non fugge, non dimentica. Si siede tra la polvere dei ricordi e li ripercorre come se li vivesse in quell'esatto istante.
Ed ecco che passato e presente si affacciano sulle sue labbra e si rincorrono in un continuo gioco di alternanza. Fino a mescolarsi talvolta. E chi guarda e ascolta, a tratti non sa più che età abbia la donna che gli sta difronte.
Ma l'età anagrafica diventa un particolare senza storia quando ciò che conta è la storia in sé. Ricostruirla. Rimpastare un passato che qualcuno ha sbriciolato, attraversando il bianco e il nero della sua esistenza.
Lo spettacolo inizia proprio come una fotografia in bianco e nero che a un certo punto si anima.
Ed ecco che Rita chiude gli occhi e ricorda o forse sogna: una vita diversa , l’amore , il cuore che batte forte, le fughe nonostante i controlli, le morbide mani di lui.
La paura di essere amata e alla fine lasciarsi andare. Ma solo ad occhi chiusi può lasciarsi andare al volo. Abbandonarsi.
Abbandonarsi ai ricordi rimasti impigliati in un capello bianco, tra i solchi delle mani rugose, in una piega dell’abito buono. Fino a cadere più giù della Rita che ha sempre conosciuto, davanti alla porta dei suoi incubi.
Incubi di fronte ai quali non ci si può più nascondere. Aprire gli occhi diventa necessario, necessario e doloroso.
E in alcuni momenti quel dolore è ancora così vivo, che Rita non ha altro modo di dirlo se non nella lingua madre del suo corpo. A tratti le mani, la bocca, i piedi, tutto parla in dialetto. La lingua della terra che l'ha generata.
E allora finalmente può aprire gli occhi e guardare in faccia il passato, quello vero.
Occhi negli occhi. Raffaella Tiziana Giancipoli

Biglietto unico € 5,00

info e prenotazioni: 348/8331636

sabato 14 marzo 2009

Respiri di Scena


27 febbraio ore 21.15
Teatro "F.P. Tosti" - Ortona (CH)
Teatro del Krak - Ortona (CH)

Il lavoro che resta

con Alessandra Angelucci Cristina Cartone Vincenzo Occhionero
Lorenza Sorino Ottaviano Taddei
musiche e canti eseguiti dal vivo da Lara Molino
scene di Antonella Spelozzo disegno luci Tea Primiterra
scrittura scenica e regia Antonio G. Tucci

Una coproduzione di
Provincia di Chieti - Assessorato alla Cultura
Comune di San Salvo Comune di Cupello Comune di Lentella
Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti

Il lavoro, e il suo racconto.

Partire dall’innocenza. Ritrovare il cuore nudo della parola, la necessità di una oralità rielaborata e rivissuta in termini di contemporaneità. C’è il bisogno di storie “vere”, storie private che ambiscono a diventare storie “esemplari”, in cui la gente possa identificarsi. Ecco quindi una drammaturgia che nasce da un incontro, quello avvenuto nell’estate del 2008, di un gruppo di attori con gli anziani contadini, gli operai, i disoccupati, i giovani interinali, le donne lavoratrici di San Salvo, Cupello e Lentella, nel sud dell’Abruzzo. Conoscere com'era un tempo il lavoro e com'è oggi. Ascoltare le loro storie o storie di altri. Così da confrontare passato e presente per capire, per ricordare, per riflettere. E poi mettere in scena il lavoro, con i suoi fatti sanguinosi di tragedia di popolo e di singoli esseri umani, per creare un’intensa e ritmata narrazione di storie, simbolica e realistica al tempo stesso, evocativa e concreta, possibilmente vera. Il suono del passato riecheggia vivo nel dialetto remoto e quasi incomprensibile di Nicoletta Zappetti, volto scarno e antico di contadina che racconta un Abruzzo arcaico vissuto da figlia schiava di un padre padrone e poi moglie serva di un marito altrettanto padrone. Un’esistenza nella quale il lavoro è una condanna e le prepotenze quotidianamente accettate perché così “deve essere”. Tuttavia, al di là delle apparenze, a Nicoletta non viene mai meno la consapevolezza di una dignità personale in un mondo soffocato dalla crosta della miseria. La coscienza del lavoro come diritto riempie il racconto di Luigi Ruggeri, uno dei capi dell’occupazione dei braccianti di San Salvo del bosco di Motticce per il suo disboscamento e l’assegnazione delle terre, così come fa parte della tragedia di Lentella nella quale i contadini Cosmo Mangiocco e Nicola Mattia morirono per avere pane e lavoro. Il lavoro gridato e voluto dai cittadini di Cupello perché il metano, appena scoperto nel loro territorio, invece di essere portato altrove alimentasse nuove possibilità di occupazione che ponessero fine a povertà ed emigrazione. Finalmente, negli anni sessanta, ecco l’industrializzazione, ecco la grande fabbrica e i braccianti che diventano operai. E poi il decennio successivo fatto di luci ed ombre, di bianco e di nero ma con una socialità viva, meno contratta e ripiegata su se stessa, capace di lottare per i propri diritti. Un’operetta magica e popolare, uno spettacolo tenero e leggero. Infine il gran circo del mondo sognato, possibile, viene colpito a morte nel tempo presente... un altrove perenne, una diversità, una scissione... Il racconto dei giovani precari, dei cassa integrati appartiene ad una attualità grama, dura, di vita amara e incerta. Tra gli spezzoni e i frammenti di vita quotidiana, che sono le piccole storie di vita vissuta di una comunità che non ha avuto una grande storia, affiora la coscienza inquieta di oggi a restituire, comunque, lo sgomento di un percorso di speranza e di fiducia che sollecita a indignarsi, reagire, testimoniare. Antonio G. Tucci

Biglietto unico € 5,00

info e prenotazioni: 389/8331636